foto tratta dal sito www.geniuste.com |
Due
considerazioni sull’articolo del Corriere che ho allegato.
Dino
era una risorsa fantastica, meravigliosamente preziosa proprio ora
che l’Italia versa in condizioni economiche e sociali disperate.
Dino è andato via e all’estero si sono accorti subito del suo
valore. In Italia no. In questo strano paese dobbiamo rialzarci e
tornare a crescere, dobbiamo affermare di nuovo la nostra fantasia,
creatività, intelligenza, dobbiamo far risorgere la nostra
italianità, come valore aggiunto su tutte le cose ma ahimè fino a
quando nelle nostre università, nei posti di comando delle grandi
aziende, nei ruoli di responsabilità delle istituzioni avremo sempre
degli imbecilli, dei faccendieri, dei portaborse, dei cugini, nipoti,
fratelli e cognati di onorevoli, raccomandati al quadrato, al cubo,
all’infinito, quelli come Dino andranno sempre via e non usciremo
mai dal Medioevo 2.0, per rifondare un nuovo rinascimento.
Dino
era stato bocciato al concorso dell’università di Pisa anni fa.
Porte chiuse per uno come lui, porte aperte invece per chi vantava un
decimo del suo valore. In un paese civile che ha voglia di rinascere
sarebbe necessario conoscere i nomi degli emeriti professori che
hanno esaminato Dino, i nomi di quelli che lo hanno preceduto in
graduatoria, che lo hanno battuto. Oggi avremmo avuto in Italia
un’azienda che gestisce i software delle più grandi
multinazionali, mettendole tutte in fila dietro la nostra
preparazione e professionalità. Invece questa azienda è nata
all’estero, nel Regno Unito e noi siamo rimasti fuori. Vergogna per
tutti quelli che impediscono alle nostre migliori risorse di
affermarsi in Italia, costringendole all’espatrio. Vergogna per
tutti quelli che chiedono raccomandazioni o che le offrono, impedendo
l’affermarsi della pura professionalità, a vantaggio della
superficialità e dell’impreparazione. Vergogna alle caste, alle
lobbie, vergogna a tutti quelli che si nascondono dietro posti chiave
ed impediscono il fiorire di talenti ora più necessari che mai.
Perché
non fare una legge che punisca con il carcere duro ed un ammenda
pesantissima chi raccomanda o si fa raccomandare? Chi raccomanda
determina in fondo un danno economico, morale, sociale ed umano
difficilmente quantificabile, ma i cui effetti purtroppo sono davanti
agli occhi di tutti. E’ necessario a mio avviso mettere da parte
l’ipocrisia ed il perbenismo e punire pesantemente chi si avvale di
questa schifosa scorciatoia per garantirsi soldi e privilegi. Avanti
i più validi, fuori gli incapaci.
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