sabato 25 gennaio 2014

…ricomincio dalle figurine Panini

Basta avere le idee chiare su cosa fare a quarant'anni, l'avevo promesso a me stesso, ricominciare con l'album dei calciatori, come nel 1984, come trent'anni fa, la stessa emozione di allora, scartando i pacchetti, la stessa soddisfazione nell'attaccare le figurine; sembra che il tempo non sia mai passato, ne assaporo i colori, l'odore della carta adesiva, quell'inconfondibile sensazione quando ne attacchi una. E ora i doppioni? Nessun problema, ho già corrotto mio figlio, sarà lui a scambiarli a scuola con i suoi amici...

martedì 14 gennaio 2014

Quarantenne a chi?

Sta arrivando il giorno, spegnerò quaranta candeline ed entrerò trionfante nel rush finale della mia vita. Mancano pochi mesi, quasi cinque per esser precisi, ma i bilanci è meglio cominciare a farli sin da ora, so già che poi non ci sarà molto tempo, tante saranno le cose che vorrò ancora fare. Quarant'anni, quattro decenni, quando sono nato erano ancora in vita John Lennon e John Holmes, sembra davvero pazzesco. Dovrei sentirmi vecchio ma non ci riesco, dicono che è la sindrome di Peter Pan, quella tipica condizione psicologica dei quarantenni che si sentono ancora dei ragazzini, avrei ancora voglia di fare tanto, se solo sentissi addosso la forza di vent'anni fa. Forza o no, salute o no, a quarant'anni so benissimo che se voglio fare qualcosa devo farla e basta, il tempo è diventato talmente prezioso che non ne può essere sprecato nemmeno un secondo.

I bilanci parlano chiaro, a quarant'anni ne ho fatta di strada, da quando giocavo a pallone nel cortile del condominio, e tornavo a casa perchè faceva buio o perchè mi ero sbucciato il ginocchio, la prima grande cotta per quello che ritenevo sarebbe stato l'amore unico stratosferico immenso irripetibile della mia vita e che poi mi ha mollato per un altro, il primo bacio, la gelatina immancabile tra i capelli (a dire il vero ne uso tonnellate anche ora...), i sofficini che sorridevano solo a quegli stronzi della pubblicità. Ne sono passati di anni, da quando ho partecipato alle occupazioni a scuola, con i compagni del liceo, dalle partite a calcetto, le uscite in pizzeria, le maledette interrogazioni della prof. di inglese che se eri fortunato ti veniva solo un cagotto cosmico. Il tempo è fuggito via, ed è sembrato progredire con un andamento sempre più veloce, l'università, il militare, la laurea, la mia compagna di vita, il matrimonio, il mutuo, la casa, il primo importante lavoro lontano a Milano, i bambini, e poi ancora il trasloco, il cambiamento nel lavoro, la vendita della casa, la nuova casa, il nuovo mutuo, la scuola dei bambini, il tempo libero (sempre più rarefatto...), la partita ogni tanto in tv, il lavoro, il lavoro, sempre e solo il lavoro, le scadenze, le bollette da pagare, le tasse, i problemi, le spese che non finiscono mai. I giorni si sommano ai giorni, tutti cominciano terribilmente ad assomigliarsi, la vita diventa stranamente una sinfonia che si ripete noiosa e banale, sempre più uguale a se stessa, sempre la stessa. Ecco come il tempo si è dissolto e si dissolve ancora  nelle mie mani, con la ripetitività degli eventi, con quella che superficialmente chiamiamo "routine" quotidiana, è quella che uccide il nostro tempo, il mio tempo, e ci prosciuga la vita. Ecco come è successo che sono arrivato ai miei quarantanni, e se potessi ricominciare dai venti Dio solo sa quante cose farei diversamente, con un entusiasmo diverso, con un'energia stratosfericamente più grande, con una voglia ed un'ambizione soprannaturale. Ma il tempo, si sa, scorre solo in una direzione e se si potesse tornare indietro e rivivere diversamente gli eventi della propria vita allora esso stesso non sarebbe un bene poi così prezioso.

Ma un buon quarantenne non può solo guardare indietro al tempo che è passato, la vera sfida è davanti, nel futuro, nei giorni che saranno, l'ingresso negli "anta" è il requisito primordiale che ci spinge oltre, ci rende saggi, adulti, serenamente consapevoli di quello che siamo e di quello che vogliamo essere. Uno scrittore francese dei primi del '900, Charles Péguy, diceva: "a quarantanni diventiamo quello che siamo...". Ed io non vedo l'ora di diventare quello che sono veramente, allora anche il tempo dedicato ai bilanci sembra tempo sprecato, è necessario che mi concentri di più sulle cose che voglio fare. E allora ecco i miei propositi per i miei primi quarant'anni:

1) voglio fare un viaggio, uno di quei viaggi che facevo quando avevo diciotto anni, e partivo senza sapere esattamente dove andare, un viaggio a meta itinerante insomma, mi piacerebbe vedere la Scozia, il Canada, la Nuova Zelanda e l'Islanda.

2) voglio andare al polo nord e vedere se Babbo Natale esiste davvero, da quando questa società mi ha violentato con l'adultizzazione forzata ho cominciato ad avere forti dubbi, ma io voglio credere ai miei figli, loro lo sanno che Babbo Natale esiste, perchè dovrebbero mentirmi?

3) voglio dare fondo ai miei risparmi e invece di rimandare quei lavori di abbellimento della mia casa che ho promesso da anni a mia moglie, invece di aspettare tempi migliori, renderò quelli attuali migliori, sono vivo ora ed ho solo quarant'anni, a cosa mi serve ristrutturare casa quando ne avrò settanta e dovrò usare un catetere per andare a pisciare?

4) dedicherò più tempo a me stesso, voglio ricominciare a fare sport, mia moglie mi ha regalato un abbonamento ad una piscina qui vicino, spero l'abbia fatto perchè mi vuole bene e vuole conservarmi in salute, o forse vuole solo vedermi fuori dalle balle due sere a settimana....

5) continuerò ad amare i miei bambini come ho fatto fin'ora, con risultati fenomenali, non ho dovuto mai spiegare loro l'importanza della famiglia, la bellezza di trascorrere ore insieme a casa, stretti sul divano a guardare un film, rido con loro, scherzo, parlo, e loro sono follemente innamorati dello "stare insieme" a casa. A me basta questo, e dovunque andranno in giro per il mondo quando saranno adulti, dovunque sceglieranno di vivere, sono sicuro che apprezzeranno sempre il "tornare a casa", da mamma e papà. Ed io finchè vivrò li accoglierò sempre con immensa gioia.

6) voglio mettere un po' di ordine nel mio armadio che sembra Malagrotta, ed imporre una regola che quando vengono amici a trovarci non bisogna usare il mio armadio come cassonetto per tutto il macello che straripa per la casa. Ho le camicie e i maglioni che hanno preso una forma strana, quasi aliena, tanto sono stati pressati da quintali di panni. Ma poi di chi sono tutta questa minkia di panni? Manco fossimo un albergo...

7) voglio andare a trovare più spesso mia madre, la mia mamma, come sto facendo in questi giorni, riempire la sua solitudine con una carezza e una pastarella alla panna, lei è golosa e basta questo per renderla felice. I miei quarantanni equivalgono alla sua vecchiaia, e la vecchiaia equivale ad un tramonto. Ed io difronte ad un tramonto rimango sempre in ammirazione, ne assaporo i colori e le sfumature, la bellezza e la serenità. E così farò con lei.

8) voglio godermi anche mio padre, che tra mille difficoltà, problemi e acciacchi di salute, ha avuto la fortuna di assistere ai miei quarant'anni, ed io oggi pagherei per riuscire a fare lo stesso con i miei figli. Voglio godermelo così com'è, con il suo carattere insopportabile, con la sua negatività totale, con la sua visione del mondo in cui solo lui detiene la verità assoluta e tutti gli altri, con le loro convinzioni, i loro modi di essere e le loro idee, possono abbondantemente andarsene affanculo. Mio padre è così, il suo bene si esprime nel portarmi una cassetta di frutta o una cesta di legna, nel risolvere problemi burocratici, nel regalarmi qualche soldo ogni tanto, nel pagarmi una bolletta od una tassa per me insostenibile. Voglio godermelo così, con la sua fronte corrugata da un'incazzatura indelebile, da una preoccupazione irrisolta, in fondo, anche se in passato mi ha detto il contrario, so che mi vuole un gran bene. Ed anch'io gliene voglio.

9) voglio continuare ad amare e a godermi quella splendida donna che condivide la sua vita oramai da più di venti anni, da più della metà della mia vita, e questa è una cosa davvero importante e speciale. Ci sopportiamo, ci odiamo, ci incazziamo, ci perdoniamo, ci amiamo all'infinito, ci allontaniamo e ci cerchiamo in un ritmo incessante, quando viviamo un periodo nero, ne arriva uno splendido e così via, fino all'eternità. La conosco da sempre, ne so interpretare ogni più infinitesimale sfumatura del suo viso, comunico telepaticamente con lei, nella buona e cattiva sorte. Lei è l'amore, anche se la sera collassa rovinosamente sul divano e poi verso l'una di notte si trascina ubriaca di sonno verso il letto. I miei quarantanni li voglio dedicare a lei, alla sua capacità di sopportarmi quando sono davvero insopportabile, quando ho qualche linea di febbre e mi vede scrivere il testamento, quando le prometto ordine e collaborazione e poi accatasto mucchi furibondi di rami secchi nel giardino per mesi e non so neppure da dove cominciare, quando le dico "cucino io amore non stancarti affatto", e poi dopo la cena, squisita, la cucina è talmente sottosopra che andrebbe sostituita con una nuova comprata all'Ikea. Voglio continuare ad amarla perchè è una persona speciale, che non sa arrendersi di fronte a nulla, nemmeno di fronte alla morte, sa superare qualsiasi difficoltà, sa crearsi opportunità, sa far fiorire intorno a lei le persone, che si aprono come i fiori sotto i raggi del sole. Voglio continuare ad amarla anche se a volte è incomprensibile e severa, perchè anche nei suoi difetti e nei suoi modi di essere, è stata e sarà sempre la donna della mia vita.

10) infine, e forse è il mio buon proposito più importante di tutti, quello che esprime tutta la mia nuova maturità dopo il raggiungimento dei quarant'anni, voglio rifare l'album Panini  dei calciatori!!!! L'ho già visto in edicola, costa solo 3,5 euro, e ti regalano pure due pacchetti di figurine! Sono quasi emozionato!!!