martedì 16 agosto 2016

Abruzzo che meraviglia!!!

Sabato 13 agosto 2016, decidiamo di fare un salto in paradiso. Io e la mia ciurma arriviamo con la macchina ai piedi del Gran Sasso, sul versante di Campo Imperatore. Parcheggiamo la macchina e poi in marcia. I bambini sono carichi, forse inconsapevoli della fatica che stanno per sopportare, e la prima mezz'ora passa in fretta e senza intoppi sulla parete brulla e scoscesa della montagna. Già il panorama comincia ad offrire il suo immenso spettacolo.


Alessandro con la picozza che gli ha affidato il nonno sale senza sentire la fatica, osserva tutto l'osservabile, si ferma, scatta foto, fa domande, assapora ogni particolare di una tale naturale meraviglia.


Sara si gode il panorama che lascia senza fiato, sembra non sentire un minimo di stanchezza, la voglia di arrivare in cima è tanta e come al solito lei non si arrende mai e passo dopo passo, con il suo solito sorriso, arriva in vetta.



Il nostro sguardo è rapito dall'infinito, un orizzonte di montagne che si fondono tra loro e che ti racconta di cosa sia lo spazio, immensità e silenzio, sole, cielo e verde, il verso dei grilli che si godono la fugace estate, prima che torni il freddo, i fiori di montagna e le sterpaglie indomite accarezzate dal vento, nuvole leggere che svolazzano come soffici fazzoletti bianchi sopra le nostre teste, e a volte ci avvolgono con il loro freddo abbraccio.



Il sentiero sterrato e ripido sa togliermi il fiato e diventa un dipinto alle mie spalle. Mi volto più volte indietro, faccio quello che nella vita non dovremmo mai fare, guardare nel passato per vivere il presente immaginando il futuro, ma il sentiero di montagna, questo sentiero, ti spiega mille cose, ti plasma i muscoli ed il cuore e ti invita ad andare avanti, pietra dopo pietra, alla ricerca della sognata vetta.



Ci fermiamo per recuperare le forze, un po' d'acqua, un biscotto, ci sediamo 5 minuti e poi tutti insieme si riparte con coraggio, i nostri sguardi si perdono verso l'alto alla ricerca della cima.


Alcuni passaggi diventano impegnativi, il sentiero si stringe e sembra anche lui timoroso del precipizio, il passaggio sassoso sembra aggrapparsi con paura alla montagna, per non rovinare anch'esso nel vuoto che s'apre vicino.
Teniamo duro e sappiamo che la meta è vicina, proseguiamo con coraggio.


Per recuperare le ultime energie e trovare la forza di non arrenderci, mi ricordo che ci sono le Olimpiadi a Rio, e assumo la posizione del Cristo. Tanto basta per spingermi ancora più in alto.


E meta fu. 
Arriviamo fino al rifugio Duca degli Abruzzi a circa duemilacinquecento metri di altezza. Qui si fermano tutti gli escursionisti estivi, trovano riposo e ristoro prima di cominciare la discesa. Lo spettacolo è immenso, la grandezza di questa terra è semplicemente infinita.


Comincia la discesa con le immagini indelebili di quel paradiso tra i monti impresse negli occhi e nel cuore.
Grazie chiunque tu sia per aver creato l'Abruzzo!!

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