giovedì 9 aprile 2020

Diario di una quasi quarantena

Siamo a fine marzo, ufficialmente più di 100.000 infetti e più di 10.000 morti solo in Italia. Il mondo trema, il contagio è inarrestabile, la pandemia è realtà. L'Italia è ferma, costretta al blocco nel disperato tentativo di arrestare il contagio attraverso il distanziamento sociale, l'unica arma, quella più antica ma ancora quella più efficace. Qualche leggero segnale di speranza, il virus sembra rallentare la sua corsa forzennata, ma è ancora lungi dal fermarsi e continua a portar via la vita a quasi un migliaio di persone al giorno, la maggior parte delle quali concentrate in Lombardia. Gli italiani sono chiusi in casa, si affacciano dai balconi, si scatenano sui social, affollano le cucine rispolverando ciascuno le proprie antiche radici, si improvvisano tutti cuochi e amanti della culinaria. I giorni passano e ci si scopre fragili da un lato ed indistruttibili dall'altro. La quarantena mette in luce pregi e difetti del popolo italico, avvicina le generazioni, fa riscoprire il valore della famiglia, ne esalta il ruolo. Tutti si riscoprono consapevoli del valore della libertà. Nell’aria rimbomba l’urlo “ce la faremo!!”

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